Tranne l'ad. Presidente e comitati eletti da minoranze (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 05 feb - Asati, l'Associazione dei piccoli azionisti Telecom Italia, allenta la propria posizione sulla modifica della governance, "al fine di non creare ulteriori lacerazioni e discussioni tra azionisti di controllo e di minoranza, qualora i consiglieri non riescano a convergere sulla proposta fatta in precedenza (cda a quota 15 membri con 7 eletti da minoranze, ndr).
Asati, allineandosi alla linea piu' soft appoggiata oggi anche da Marco Fossati, propone di non modificare lo statuto ("che difficilmente Telco vorra' cambiare potenzialmente per difesa dei suoi patti parasociali") e lasciare un board composto da 11 consiglieri - di cui 8 scelti dalla maggioranza e 3 dalle minoranze - a patto che siano "tutti realmente e veramente indipendenti, ad eccezione dell'ad scelto dall'azionista di controllo" e che il presidente, il comitato di governance e remunerazione siano assegnati ai soci di minoranza. La proposta, spiega Asati, "rappresenta l'unico punto per mitigare le divergenze tra i due poli, uno che vuole la pubblic company, l'altro il monopolio". I consiglieri dovranno avere competenze riconosciute anche in settori analoghi, non potranno avere rapporti di consulenza o incarichi in altre societa' collegate anche indirettamente a tutti gli azionisti di controllo e di minoranza, non potranno avere rapporti di lavoro con studi di consulenza e legali utilizzati dagli azionisti che li hanno proposti per tutti i settori riguardanti la societa'. Inoltre, "sarebbe di estremo interesse inserire tra i consiglieri spiccate figure di competenze internazionali, che possano proporre dei nuovi progetti strategici". L'Associazione ribadisce la richiesta di convocare l'assemblea non con i termini minimi di legge di 40 giorni, ma di 60 giorni "al fine di dar tempo alle minoranze di preparare adeguate linee di azione per l'assemblea". |